Montalcino

Cuore della Val d’Orcia e terra del Brunello

Arroccato tra le colline toscane e affacciato sulla Val d’Orcia, Montalcino è uno dei borghi più affascinanti d’Italia e una tappa imperdibile per chi visita la regione. Situato al confine con la selvaggia Maremma, questo piccolo comune deve la sua fama a un vino d’eccellenza: il Brunello di Montalcino DOCG.
Nel corso dei secoli, questo grande vino rosso toscano ha conquistato il mondo, diventando un simbolo di prestigio e qualità riconosciuto da appassionati e intenditori internazionali.

Il territorio di Montalcino si estende su un sistema collinare dalla forma quasi quadrata, con il borgo al centro e i confini naturali segnati dai fiumi Ombrone, Asso e Orcia.
Situato nel sud della provincia di Siena, tra il mare Tirreno e gli Appennini, Montalcino gode di un microclima unico, ideale per la viticoltura.

La collina si estende tra i 120 e i 650 metri di altitudine e presenta una grande varietà di terreni: dalle zone alte, ricche di scheletro e minerali, alle aree più basse, formate da argille, calcare e tufo.
Il clima, tipicamente mediterraneo, è caratterizzato da venti costanti che favoriscono una perfetta maturazione delle uve.

La storia di Montalcino e del Brunello.

Le origini di Montalcino risalgono al periodo etrusco, quando il borgo era una piccola fortezza rurale. In epoca romana divenne un insediamento stabile e nel Medioevo acquistò importanza grazie alla via Francigena, che ne fece una tappa per i pellegrini diretti a Roma.
Tra l’VIII e il X secolo sorsero castelli e abbazie, tra cui la splendida Abbazia di Sant’Antimo, uno dei più preziosi gioielli dell’architettura romanica toscana.

Nel XII secolo Montalcino fu teatro di importanti battaglie. La sua rocca, considerata inespugnabile, difese prima Siena e poi si unì ad essa nella lotta contro Firenze. Solo a metà del 1500 il borgo si arrese ai Medici, diventando parte del Granducato di Toscana.

Dopo secoli di vita rurale e un lungo periodo di declino nel dopoguerra, Montalcino rinacque negli anni ’70 grazie alla visione della famiglia Mariani (Banfi) e all’eredità di Ferruccio Biondi Santi, che trasformarono il Brunello di Montalcino in un vino di fama mondiale.

Brunello e Rosso di Montalcino: due espressioni di un grande territorio.

Il Brunello di Montalcino DOCG è considerato uno dei più importanti vini rossi italiani.

Ottenuto da uve Sangiovese Grosso (Brunello) in purezza, affina per anni in botti di rovere, sviluppando un profilo profondo, complesso e armonico. È perfetto con selvaggina, carni rosse, formaggi stagionati e piatti toscani dal sapore deciso.

Il Rosso di Montalcino Doc, nato nel 1984, rappresenta la versione più dinamica e vivace, l’interpretazione del produttor del Sangiovese. . Affina per un periodo più breve, mantiene intatta l’anima del Sangiovese e offre un sorso più immediato, ideale per accompagnare i piatti della cucina quotidiana.

Secondo il disciplinare, il Brunello di Montalcino può essere immesso sul mercato solo dopo 5 anni dalla vendemmia (6 per la Riserva), mentre il Rosso di Montalcino è pronto già dopo un anno, mantenendo intatta la freschezza e l’anima del Sangiovese.